A Giugno 2007 incontro una cantante e ricomincio a suonare in un progetto sempre metal, tiro avanti un po’ con la Brunetti, anche se non mi ci trovo per niente, ma sul finire dell’anno, dopo aver perso gli ultimi 5 a vederla sul catalogo mi decido a provare una Mesa Boogie Dual Rectifier: mi armo di pazienza e di chitarra, vado all’ Essemusic di Montebelluna attacco la chitarra alla testata che per me era (ed è) una tra le migliori in giro, faccio due regolazioni due e *finalmente* dopo anni eccolo: il suono che cercavo, e senza nemmeno tanto lambiccarmi il cervello in regolazioni varie. Programmo il ”salto di qualità”, cioè l’acquisto, che avviene puntualmente l’anno successivo, in occasione della Laurea. Brunetti e G-major escono di corsa di scena ed entra il Signor Mesa accoppiato sempre alla Cassa Marshall, e ci suono senza tanti accostamenti per almeno un annetto. Poi inizio a sentire la mancanza di qualche effetto d’ambiente e visto che il repertorio aveva qualche effetto ”strano” (phaser, si lo so che a volte si usa come il pane, per me è un effetto inusuale) dopo una rapida consultazione tra amici e qualche ascolto di alcune demo qua e là opto per un Tc-Electronic g-sharp, che ha la meglio sui pedali singoli appunto per la varietà di effetti di ambiente che a me all’epoca servivano, lo acquisto usato insieme con il suo switch, contestualmente vendo il bad horsie ripromettendomi di acquistare un PVOW sempre Morley.
la situazione diventa subito scomoda, pur lasciando tutto in sala (a parte testa e cassa ovvio!), tra scatola del g-sharp, scatola dello switch, tu-2 ed alimentatore, in più switch canali mesa e radiomicrofono acquistato anni prima il monta, suona, smonta, metti in ordine e replica le prove successive diventa un crescendo di scomodità. Così, finalmente approdato su internet in modo più ”moderno” (benedetta adsl) inizio a documentarmi per bene e mi riprometto di cercarmi un flight ”serio” dove potevo far stare tutto.
A.