il percorso continua..secondo ampli e seconda pedalboard

dal 2001 a fine 2003 mi arrangio con Valvestate e Korg, periodo statico, nessun gruppo ed altre incombenze della vita, unico lusso del periodo un Morley Bad Horsie, appena uscito, preso nuovo a 200mila (lire). Fu un ottimo acquisto, uno wha che mi calzava a pennello, l’ho tenuto fino al 2008 mi pare, venduto per un’altro Morley.

nel 2004 iniziai un altro progetto musicale, molto metallo stavolta, quindi decisi di vendere valvestate e pedaliera ed iniziare con solo l’ampli, la parola d’ordine all’epoca era VALVOLE, panacea di tutti i mali, quindi andai di combo valvolare, sempre marshall, il DSL 401 nuovo di pacca.

DSL 401

anche qui sorsero problemi dati dall’inesperienza: come tutti voi sapete il dsl è un due canali e mezzo, nel senso che oltre al pulito, i due canali overdrive hanno l’equalizzazione condivisa ma gain separati, ed io non riuscivo ad far lavorare insieme l’equalizzazione ed i gain per ottenere qualcosa di decente difatti, all’epoca, la massima aspirazione era riuscire ad avere il ”boost” sui soli, cosa che ancora oggi mi chiedo che senso avesse, visto che avevo un suono di base particolarmente schifoso! figuratevi boostarlo, più impastato di così non si poteva per non parlare della differenza di volume tra il canale pulito il primo overdrive ed il secondo overdrive ”boost”, un crescendo esponenziale.

visto che chi nn impara la storia è condannato a riviverla, andai di nuovo di Boss, ma usati, creando una nuova pedalboard promettendomi di migliorarne la fattura, ma andiamo con ordine, per i pedali la spesa fu varia:

un TU-2 unico pedale che ancora oggi mi accompagna ed unico ad essere preso nuovo.

Un NS-2 che mi serviva a sopprimere il casino che facevano un altro paio di effetti in catena

Un DD-3 e qui so che i ”bravo pirla” pioveranno visto che l’avevo venduto pochi anni prima

Un GE-7 per tentare di schiarire il suono (ma non si sarebbe schiarito manco con un faro da stadio)

un CS-3 che al posto di comprimere ronzava (ed ammetto, io non lo sapevo usare)

un MT-2 altro noise addicter, mai riuscito ad andarci d’accordo, troppo fuzz troppo casino troppo guadagno, troppo tutto.

Abbandonata l’idea di un alimentatore multiplo viaggiavo con 3 alimentatori da 300mA singoli, uno SOLO per il morley (il suo originale, 18 euro buttati) e gli altri due per il resto degli effetti di cui UNO solo per il delay, non chiedetemi perché, all’epoca la parola ”assorbimento” non era ancora entrata nel mio vocabolario, era appena appena entrato il concetto che volendo un alimentatore universale funzionava uguale ad uno originale Boss spendendo ¼, in più i cavi patch mi vennero costruiti dal mio ex batterista e funzionavano abbastanza. Per di più avevo preso il daisy chain boss, spendendo anche la una buona dose di quattrino in proporzione all’oggetto, quando con pochi euro avrei potuto costruirla da me, ma amen.

per quando riguardò la pedalboard, eliminai il coperchio in legno ed optai per una copertura in tela chiusa con delle cerniere che erano fissate sul bottom, che as usual era la solita tavola di Mdf (beata ignoranza) stavolta dipinta di nero (bomboletta), con gli effetti attaccati tutti con il velcro, velcro che era attaccato alla tavola con la spara-graffette; inoltre avevo una ciabatta immensa per far stare i 3 alimentatori; in più avevo messo un switch sempre costruito dal mio batteriaio per lasciare tutte e tre le chitarre collegate (all’epoca avevo una acustica e due elettriche) e selezionarle girando la manopola oltre ad Ovviamente lo switch del marshall il risultato fu questo:

Sperimentazione 1.0

come vedete la maniglia ora era una corda di persiana fissata con le viti, evitiamo di commentare, altra peculiarità erano i cavi di uscita del s\r e di uscita in generale, direttamente collegati agli effetti, in modo che poi quando rimettevo la ”tela di chiusura” li arrotolavo ed attaccavo alla stessa con dei reggi-cavo ed erano Tutti cavi da minimo 5 metri.

reggicavo tela

il tutto misurava una cosa come 80-90 cm forse più dopo averla tenuta per un po’ decisi di ”accorciarla” ed arrivai ad una soluzione biplano salva spazio (parolona) che risultò essere questa:

i problemi comuni a queste due versioni erano sostanzialmente la poca resistenza dell velcro ”lato effetto” e gli alimentatori che, dato il peso, spesso e volentieri si staccavano dalla ciabatta durante il trasporto, infatti la portavo sempre piana nel bagagliaio e non potevo, come ben capite, sovrapporci alcunché.

Versione biplano

sto condensando molto in pochi post, l’intento è fare una rapida panoramica del passato remoto per arrivare al passato prossimo ed al presente, che sono più densi di lavorazioni.

A.

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